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L’Europa ha
fatto enormi passi avanti nella gestione sostenibile dei rifiuti da costruzione
e demolizione, ma persiste ancora una problematica
chiave: il reimpiego effettivo del materiale riciclato. A scattare una
fotografia dell’attuale situazione è il Gruppo Seipa, impegnato
dal 1968 nell’attività di fornitura di materiali e servizi in
ambito C&D (costruzioni e demolizioni).
In questo
ambito, con un impressionante tasso di recupero del 98%, l’Italia si posiziona
come leader nel riciclo dei rifiuti inerti C&D. Un
risultato che pone il nostro Paese al vertice della classifica europea,
superando la Germania (94%) e
distanziando nettamente Francia, Spagna e
Polonia, che si attestano intorno al 74%.
Tuttavia,
un’analisi più
approfondita rivela un dato meno
incoraggiante: l’effettiva sostituzione dei materiali riciclati nei
nuovi progetti edilizi rimane estremamente
bassa, attestandosi ad un esiguo
0,4%.
«Questo significa che, sebbene il materiale
venga riciclato, esso non viene sempre
reimpiegato nel settore delle costruzioni, con la
conseguenza di non valorizzare i benefici
ambientali ed economici del processo» spiega Valter Ciaraffoni, Direttore
Generale del Gruppo Seipa.
«La maggior parte dei materiali recuperati —prosegue Valter
Ciaraffoni— finisce per essere
utilizzata in applicazioni importanti
ma con volumi marginali, come una piccola parte di
riempimenti o sottofondi stradali».
Un fenomeno
che è attribuibile a molteplici fattori, tra cui il più importante è probabilmente
la resistenze del mercato dovuta ad
una diffusa falsa percezione di
inferiorità dei materiali riciclati rispetto a quelli tradizionali.
Un’eccezione a
questa tendenza è rappresentata proprio dal Gruppo Seipa. L’azienda ha rivoluzionato
il concetto di riciclo, portando il tasso di sostituzione effettiva dei
materiali ad oltre il 50%. Un risultato che è stato possibile grazie ad una
strategia integrata che combina innovazione tecnologica, investimenti in
ricerca e sviluppo ed una forte sensibilizzazione del mercato.
Seipa ha dimostrato che la
sostenibilità non è solo un ideale utopistico, ma anche
un concreta opportunità economica. Attraverso
la reintroduzione sul mercato di volumi di materie prime-seconde tripli
rispetto agli aggregati vergini, il gruppo ha ribaltato il paradigma secondo
cui il riciclo sarebbe un compromesso tecnico ed economico. Al contrario, l’impiego di
materiali riciclati ha mostrato vantaggi
tangibili, sia in termini di costi che di prestazioni.
Una delle
chiavi del successo di Seipa è stata l’introduzione
di prodotti innovativi come BeCoMix e BeCaVit, soluzioni
ad alte prestazioni per sottofondazioni e
cavità sotterranee. Questi materiali non solo offrono prestazioni
tecniche paragonabili, se non superiori, a quelle degli aggregati naturali, ma
contribuiscono significativamente a ridurre l’estrazione di risorse vergini. Grazie a questi
prodotti, il gruppo è riuscito a cambiare la percezione dei materiali riciclati
nel mercato edilizio, rendendoli tra i più richiesti
e apprezzati.
Il modello Seipa dimostra che il passaggio a un’economia
realmente circolare nel settore delle costruzioni è possibile, ma richiede un
impegno congiunto da parte di istituzioni, imprese e consumatori. Serve un
maggiore sforzo politico, e sempre più normative che favoriscano l’utilizzo
dei materiali riciclati, il tutto abbinato ad un cambio
di mentalità da parte degli operatori del settore.
Il
futuro del settore? «Un’edilizia sempre più sostenibile» risponde Seipa. Guardando
al futuro, il settore delle costruzioni dovrà affrontare la
sfida della decarbonizzazione e dell’uso responsabile delle risorse. Il successo di
aziende come Seipa dimostra
che la tecnologia e l’innovazione possono fornire risposte concrete, ma è
fondamentale che anche le istituzioni facciano la loro parte.
L’adozione
sempre più diffusa di criteri di appalto
pubblico che privilegino l’uso
di materiali riciclati potrebbe rappresentare un
importante punto di svolta, incentivando l’intero
comparto a investire in soluzioni sostenibili.
In
un contesto in cui l’Unione Europea spinge sempre più verso
un modello di economia circolare, l’Italia ha l’opportunità
di consolidare la sua leadership nel
settore, non solo in termini di quantità di rifiuti riciclati, ma anche di
effettivo riutilizzo dei materiali. «Solo così sarà possibile realizzare una vera transizione ecologica nel
comparto edilizio, trasformando il recupero degli inerti da pratica di nicchia
a standard consolidato per l’intero settore» conclude
il Direttore Generale di Seipa.